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Evocata, brandita, rivendicata, vituperata... si sprecano gli aggettivi per la questione più discussa e irrisolta della nostra storia contemporanea, la questione per antonomasia: quella meridionale; vale a dire la problematica di natura economica, sociale, antropologica e politica che corrisponde a una delle principali manifestazioni d'incompiutezza dell'Italia unita. Quella che qui si propone, in un numero limitato di pagine, è una sintesi essenziale ma completa delle sue principali tappe. Muovendo da una ricognizione delle origini preunitarie delle differenze Nord-Sud, il libro ricostruisce l'evolversi delle condizioni del Mezzogiorno e del ruolo da esso svolto nello sviluppo economico e sociale del paese. Alla luce dell'imponente bibliografia accumulatasi sul tema, si individuano alcune scansioni fondamentali. A una prima fase, dal 1861 al 1887, in cui la condizione economica del Sud migliora e non perde terreno rispetto al Nord, anzi, il Sud è fattore propulsivo dello sviluppo capitalistico del paese, segue una seconda, dal 1887 alla fine della seconda guerra mondiale, in cui, se la situazione del Mezzogiorno migliora sensibilmente, la sua economia resta eminentemente agricola, mentre al Nord parte un'industrializzazione diffusa e superiore.